Reagire vs rispondere: qual è la differenza tra questi due comportamenti? Sono proprio due reazioni distinte e, una volta compresa la distinzione e imparato a riconoscere quando stai reagendo d’istinto, il passaggio a una mentalità di risposta si rivelerà un passo importante nel tuo viaggio di recupero dall’abuso narcisistico e/o dalla codipendenza.
In questo articolo, puoi leggere cosa differenzia reazione e risposta, come cambiare modo di rispondere alle provocazioni a lungo termine, comprendendo cosa attiva la reazione e come bloccarla.
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Reagire: la risposta istintiva alle provocazioni
Reagire di solito è una reazione che viene dalla difensiva, quando senti di aver bisogno di proteggerti. Di solito è in risposta a un evento scatenante o a un commento, che prende di mira o attiva direttamente una parte ferita di te stessa.
È immediato, principalmente basato sull’emozione con poca integrazione del pensiero razionale e, poiché è difensivo, raramente produttivo. L’immediatezza significa anche che non hai pensato all’impatto a lungo termine della tua reazione. Di conseguenza potresti rimpiangere di aver detto o fatto cose in seguito a una provocazione.
Quando si considera la codipendenza o l’abuso narcisistico, è facile capire perché potresti avere una propensione a reagire piuttosto che a rispondere, e provare compassione per te stessa perché è proprio la tua relazione che ti ha portato a questo punto.
Se sei codipendente, anni di abbandono e/o abuso nella tua famiglia di origine, hanno impostato le tua relazioni sulla sopravvivenza piuttosto che verso scambi sani in cui si cerca di soddisfare i bisogni degli altri, oltre a soddisfare i tuoi bisogni.
In questo contesto, gli scambi sono spesso incentrati su una mentalità di attacco e difesa. Impari a schivare ed evitare, per alcuni sia fisicamente che verbalmente, per ridurre al minimo il danno che ti viene fatto, proteggendoti in ogni modo possibile.
Poiché ciò si verifica durante i tuoi anni di sviluppo, e a causa del trauma subito, impari a incorporare questo comportamento quando incontri situazioni simili che ti ricordano quella sensazione di paura.
Il narcisista patologico attiva gli stessi meccanismi di difesa, in quanto il suo gioco consiste nel svalutarti intenzionalmente. Ciò richiede strategie per attivare deliberatamente la paura per controllarti e manipolarti all’interno della relazione. Il fine del gioco è sempre quello di innescare le tue insicurezze in modo da mantenere il controllo su di te.
L’effetto dell’abuso narcisistico è che vivi costantemente all’erta aspettandoti un pericolo (noto anche come ipervigilanza), e quindi in uno stato continuo di doverti proteggere. Di conseguenza non devi meravigliarti se reagire diventa la tua reazione normale in questo ambiente.
Il problema è che reagire è esattamente ciò su cui prospera il narcisista abusivo. Questi momenti sono per lui fonte di rifornimento narcisistico.
La cosa più importante, tuttavia, è il voler cambiare prima di tutto per te stessa. Passare da avere reazioni immediate e istintive, basate sulle emozioni che sono in gran parte fuori controllo, a uno spazio in cui fornisci risposte ponderate (se in realtà ritieni che una risposta sia persino necessaria) è davvero potenziante e ti spinge verso la libertà e la pace.
Rispondere: l’opzione consapevole
Una risposta, pur rispondendo agli stessi stimoli dovuti alla provocazione che ti ha lanciato il narcisista, è una reazione più misurata. Prima di dire quello che pensi, in una risposta ti fermi a riflettere un momento e cerchi di capire i motivi per cui:
- ti sei sentita attaccata, avendo riflettuto sulle tue esperienze di codipendenza e/o abuso narcisistico;
- il narcisista ha mirato proprio a quel tuo punto sensibile per farti reagire.
Questa elaborazione cognitiva consente un livello di distacco dalla situazione e, in particolare, l’incorporazione del pensiero e della razionalità, nonché delle tue emozioni, nella tua risposta.
Da reagire a rispondere: come cambiare reazione
Per riuscire a rispondere invece di reagire alle provocazioni del narcisista, uno dei primi passi è capire il perché dietro alla tua reazione. Anche eliminare eventuali fattori scatenanti specifici dati dalla tua codipendenza o esperienza con l’abuso narcisistico è una buona idea.
Se non sei sicura di quali potrebbero essere i fattori scatenanti, fermati quando senti emozioni spiacevoli che sorgono negli scambi con il narcisista e chiediti perché ti senti in questo modo, cosa sta succedendo, ti viene detto o chiesto che non ti piace.
Ciò che ti infastidisce e ti fa stare male di solito è un segno di qualcosa in cui devi scavare e lavorare. È la voce del tuo vero sé che sussurra una verità che, se ascoltata e messa in pratica, ti porterà sempre più vicina a vivere la vita che desideri, riconnessa ai tuoi desideri e sogni.
Scoprire perché specifiche provocazioni ti fanno reagire, invita naturalmente a un approccio più consapevole al rapporto con te stessa e gli altri. Il passaggio da reagire a rispondere nasce qui.
Alla base di questa trasformazione c’è senza dubbio molto lavoro interiore da fare, ma vale la pena investire su te stessa. In molti casi, se hai vissuto un’infanzia che ha plasmato in te comportamenti codipendenti o sei stata soggetta ad abusi narcisistici, potresti anche combattere contro il disturbo da stress post-traumatico.
Intraprendere questo viaggio di riconnessione con te stessa con un terapista qualificato potrebbe essere il modo migliore per superare i tuoi blocchi e le tue paure.
I vantaggi di passare dalla reazione alla risposta sono potenti nel percorso di recupero dall’abuso narcisistico e scoprire cosa provoca le tue reazioni istintive ti aiuterà anche in futuro.
Nel momento in cui avrai ancora a che fare con un narcisista, non gli darai più l’opportunità di farti reagire d’impulso. Quando rispondi, hai tu il controllo e possiedi il potere di condurre la conversazione senza farti manipolare.
Una risposta misurata che tenga conto di te stessa, degli altri e di eventuali implicazioni che possono essere state abbandonate in una reazione istintiva, ti offre un senso di pace e forza.
Trucchi per non reagire
Mentre intraprendi il tuo viaggio di recupero a lungo termine scoprendo il trauma che ti porta a reagire d’impulso e i conseguenti fattori scatenanti, puoi iniziare a esercitarti a gestire e limitare le tue reazioni. Questi trucchi sono piccole cose, ma ti possono aiutare a non reagire quando stai per perdere la tua razionalità in una discussione creata apposta per farti scattare:
- Respira: Quando ti senti a disagio, con un atteggiamento difensivo o con la rabbia in arrivo, fai una pausa. Non impegnarti immediatamente in una discussione, fermati e osserva cosa sta succedendo internamente. Respira. Aspetta che l’onda dell’emozione passi sufficientemente perché arrivi qualche pensiero razionale. Quindi rispondi nuovamente quando sei sicura di avere una risposta ponderata che tenga conto di te stessa, degli altri e di qualsiasi altra implicazione. Disimpegnati dalla discussione se, nell’insieme delle circostanze, continuare a discutere non è un’opzione produttiva.
- Controlla te stessa: chiediti se stai gestendo al meglio la situazione, se sei fedele a te stessa e a ciò che apprezzi, se continuando a discutere sarai orgogliosa di questo momento e delle tue azioni quando ti guarderai indietro.
- Guarda l’immagine d’insieme: chiediti se quello di cui stai discutendo è davvero così importante come ti dicono le tue emozioni in questo momento. Chiediti se è qualcosa di cui ti ricorderai domani, il prossimo mese, il prossimo anno, tra cinque anni e quanto conta veramente per te. Su alcune cose non vale la pena reagire!
Infine, ricorda che la scelta è sempre tua: la reazione può essere uno schema dal quale è impossibile uscire, a cui tendi come individuo, o radicata in una relazione in cui entrambe le parti reagiscono all’infinito l’una con l’altra. Ecco il punto, non tutto merita una reazione, né una risposta. Hai sempre una scelta. In ogni situazione, le possibilità e le scelte su come ti comporti e quali azioni intraprendi sono infinite. Fai una scelta che funzioni per te.
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